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domenica 26 marzo 2017

[Recensione] L'UNIVERSO NEI TUOI OCCHI di Jennifer Niven

Buona domenica amici lettori. Oggi vi parlo del nuovo romanzo di Jennifer Niven, uscito il 21 Marzo per la DeAgostini, che mi ha gentilmente inviato una copia e-book. Chiunque abbia letto e amato Raccontami di un giorno perfetto (potete trovare la recensione qui), era in trepidante attesa per il nuovo romanzo dell'autrice: L'universo nei tuoi occhi.



TITOLO: L'universo nei tuoi occhi
AUTORE: Jennifer Niven
EDITORE: DeAgostini
ANNO: 2017
PREZZO: 14.90€ (e-book 6.99€)


TRAMA
Affascinante. Divertente. Distaccato. Ecco le tre parole d'ordine di Jack Masselin, sedici anni e un segreto ben custodito. Jack non riesce a riconoscere il volto delle persone. Nemmeno quello dei suoi fratelli. Per questo di è dovuto impegnare molto per diventare Mister Popolarità. Si è esercitato per anni nell'impossibile arte di conoscere tutti senza conoscere davvero nessuno, di farsi amare senza amare a propria volta. Ma le cose prendono una piega inaspettata quando Jack vede per la prima volta Libby. Libby che non è come le altre ragazze. Libby che porta addosso tutto il peso dell'universo: un passato difficile e tanti, troppi chili per farsi accettare dai suoi compagni. Jack prende id mira Libby in un gioco crudele, un gioco che spedisce entrambi in presidenza. Libby però non è il tipo che si lascia umiliare, e il suo incontro con Jack diventa presto uno scontro. Al mondo non esistono due tipi più diversi di loro. Eppure... più Jack e Libby si conoscono, meno si sentono soli. Perché ci sono persone che hanno il potere di cambiare tutto. Anche una vita intera.

Libby e Jack.
Due anime ferite, una sola storia d'amore.
Un indimenticabile inno contro il bullismo.



IL MIO PENSIERO
W O W !
Libby e Jack. Jack e Libby. Così diversi, eppure così dannatamente simili.

Il periodo della quinta elementare è stato l'ultimo in cui Libby ha frequentato la scuola. In quello stesso periodo la sua mamma è venuta a mancare, improvvisamente, e Libby si è buttata nel cibo, arrivando a pesare ben 300 chili. Dopo essere stata salvata dai vigili del fuoco e da una gru, che hanno letteralmente buttato giù il muro di casa sua, Libby ha iniziato a seguire una dieta e a parlare quotidianamente con una psicologa, riuscendo a perdere 150 chili. Dovrebbe perderne almeno altri 80 per raggiungere un peso adeguato, ma per adesso si sente finalmente bene con se stessa e si piace così. Adesso può correre, salire in macchina e, soprattutto, ballare. 
Ballare è quello che più mi piace fare al mondo: intendo dedicare la mia vita alla danza. ho smesso a dieci anni di prendere lezioni, ma ce l'ho nel sangue, e non sarà certo la mancanza di esercizio a fermarmi.
Quando aveva solo 6 anni, Jack è caduto dal tetto di casa sbattendo la testa, arrivando a mettere una settantina di punti di sutura: è forse questo il reale motivo per cui soffre di questo disturbo neurologico chiamato "prosopagnosia", ossia l'incapacità di riconoscere i volti di persone conosciute, persino il proprio. Jack si sveglia al mattino non sapendo nemmeno come sia il suo viso e ha dovuto imparare dei tratti distintivi per riuscire a riconoscere i componenti della sua famiglia e i suoi amici più stretti. 
Eccomi qua. E' quello che penso ogni volta che mi vedo riflesso. Non nel senso di: Ehi, salve, vecchio mio! ma piuttosto: Ah, vediamo un po' chi sei. Mi avvicino allo specchio cercando di mettere insieme i tasselli del mio viso.
Questa storia non racconta solo l'improbabile amore tra questi due ragazzi, ma è piuttosto un inno all'accettazione. Una sorta di atto di coraggio nel venire a patti con se stessi e accettarsi per ciò che si è.
La forza di Libby traspare in ogni suo gesto, in ogni sua frase. Riesce a trovare il lato positivo anche quando sembra impossibile trovarlo, non ha paura di essere giudicata. Sa chi è e ha deciso di accettarlo. E' forte Libby, e coraggiosa. Cazzo, se è coraggiosa! Ha una grinta pazzesca che oscura anche la più bella delle cheerleader.
Jack è talvolta uno stronzo, per necessità. E' una delle sue regole: "Non avere paura di passare per uno stronzo." Ma è chiaro che dietro questo suo alter ego "popolare", vive un adolescente incompreso, sopraffatto dal mondo e dai problemi adolescenziali, oltre che quelli del suo disturbo. E' venuto a conoscenza del cancro di suo padre una settimana dopo aver scoperto che lui tradiva sua madre, ed ha dovuto lottare con quei sentimenti contrastanti di odio e amore tra il padre traditore e il padre malato.
In questa confusione di problemi, Jack e Libby si sono trovati e apprezzati senza pregiudizi, mettendosi a nudo senza tentennamenti. Libby è stata la prima persona a conoscere la verità sul disturbo di Jack e nonostante i loro alti e bassi, era sempre lì ad aiutarlo nei momenti di difficoltà. Jack è stata la prima persona a conoscere la grandezza di Libby, e non quella fisica. E' riuscito a guardarla dentro, nel profondo, senza mai fermarsi all'apparenza. L'ha desiderata e l'ha fatta sentire desiderata.
I suoi occhi sono come sdraiarsi su un prato sotto un cielo estivo. Il sole ti abbaglia ma senti la terra solida sotto di te, e anche se hai paura di essere spazzato via, sai che non succederà. Ti senti scaldare dentro e fuori, e quando ti allontani continui a percepire il calore sulla pelle.
Quello di Libby è l'unico viso che riconosce, l'unico che ricorda e che riesce a descrivere anche ad occhi chiusi. Non la riconosce per i tratti distintivi o le caratteristiche, no. La riconosce perché è lei.
Che tu sia qui con me o no, non ho bisogno di ricomporre i vari tasselli per ricostruire la tua faccia. Tu sei tu. E questo mi basta.

Non so cosa dire più di questa storia, dovete leggerla per capire davvero le forti emozioni che Jack e Libby fanno provare. Per percepire le loro fragilità e la loro forza. Per imparare ad amarli e ad accettarli così come loro hanno imparato ad amare e ad accettare se stessi e l'altro.
Dopo Raccontami di un giorno perfetto, Jennifer Niven riesce ancora una volta ad avvicinarci a problemi adolescenziali poco conosciuti e alla forza immensa di questi ragazzi. Ha uno stile di scrittura così semplice ma efficace che ti porta a divorare pagina dopo pagina.
Vi prego, fatevi un favore, e leggete questo libro. E' una pura lezione di vita!
Vi lascio con questa bellissima canzone... e leggendo il libro capirete perché.







Alla prossima, allora.







-M

domenica 19 marzo 2017

[Recensione] BEL-AMI di Guy Maupassant

Buona domenica amici lettori e scusate questa mia lunga assenza ma in questo ultimo mese ho letto veramente poco essendo presa dal recupero della serie tv Lost, la conoscete vero? Chi è che non la conosce! Ebbene, non avendola mai vista ho deciso di rimediare e come potete immaginare ne sono rimasta ammaliata... se non l'avete ancora guardata... fatelo!!! 
Ma bando alle ciance, sono qui per parlarvi brevemente di un classico francese: BEL-AMI.

TRAMA
"Bel-Ami sono io", diceva Maupassant con qualche ironia echeggiando la celebre frase di Flaubert su madame Bovary. Ma quale sarà mai il punto di contatto tra lo scrittore di fama e questo Georges Duroy, giovane arrivista, cinico e privo di scrupoli al punto di farsi scrivere gli articoli dalla moglie dell'amico? Forse una indefinita inquietudine, un tormento esistenziale, la stessa energica ambizione, oltre al dato esteriore immediato di un fascino a cui le donne non resistono. In una Parigi popolata da affari e scandali in egual misura, alla fine Duroy risulta un vincitore, come a dire che il successo arride a chi lo insegue senza guardare in faccia a nessuno.



IL MIO PENSIERO
Il romanzo, pubblicato nel 1885, racconta la vita avventurosa e piuttosto cinica di Georges Duroy e la sua ascesa sociale in una Parigi dominata da affari e scandali. Duroy, chiamato affettuosamente Bel-Ami dalla figlia di una delle protagoniste, inizialmente vive di un lavoro poco pagato alle ferrovie, finché non incontra un suo ex collega, Forestier, giornalista importante de La Via Française, che gli propone di entrare a far parte della redazione. Nonostante qualche difficoltà iniziale, Duroy diventa un ottimo reporter, astuto e tenace, aiutato e appoggiato anche dalla moglie di Forestier, Madeline.
Duroy ha un fascino tutto particolare sulle donne che gli stanno attorno, che finiscono tutte innamorate di lui, ma lui considera la compagnia femminile come un divertimento, come un gioco che inevitabilmente porta sempre a suo vantaggio. Durante tutto il romanzo intrattiene un burrascoso rapporto di amante con Clotilde de Marelle; sposerà Madeline, nel frattempo rimasta vedova, e ne divorzierà dopo averla sorpresa in adulterio; durante il matrimonio, oltre a Clotilde, intratterrà una relazione anche con la signora Walter, moglie del suo capo, ed infine ne sposerà la figlia Suzanne.

Io credo che Duroy o si ama o si odia, ed io l'ho amato, nonostante sono in disaccordo morale con il suo percorso, ma è incredibile il modo in cui è riuscito ad elevarsi dai bassifondi, fino alla fama parigina. Se l'ho amato così tanto, nonostante tutto, è grazie alla penna di Maupassant, che con il suo modo di scrivere è riuscito a farmi provare un forte affetto per Duroy. Solitamente, quando leggo un romanzo, provo maggior empatia per i personaggi femminili, invece in questo caso è stato il contrario e, anche se Duroy è decisamente uno stronzo, non ho potuto fare a meno di amarlo, anche essendo in disaccordo con il suo modo di sfruttare le donne solo ed esclusivamente per il suo piacere e i suoi interessi.

Lo stile è veramente molto scorrevole, quindi se avete voglia di leggere un classico non troppo impegnativo a livello di scrittura questo è decisamente perfetto.

A questo punto non mi resta che vederne il film fatto qualche anno fa, anche se Robert Pattinson nei panni di Duroy non mi convince affatto... spero di ricredermi.

Alla prossima, allora.

-M